Come smaltire beni aziendali senza rischiare sanzioni

  • Autore: 2161192 Service Account
  • 29 set, 2022

Se le imprese hanno l'esigenza di eliminare beni strumentali, chiamati anche cespiti, quando questi diventano obsoleti o non sono più usabili nel processo di produzione, devono seguire un iter particolare per evitare la presunzione fiscale di cessione.

Come cita il DPR 441/1997 "si presumono ceduti i beni acquistati, importati o prodotti che non si trovano nei luoghi in cui il contribuente svolge le proprie operazioni, né in quelli dei suoi rappresentanti. Tra tali luoghi rientrano anche le sedi secondarie, filiali, succursali, dipendenze, stabilimenti, negozi, depositi e i mezzi di trasporto nella disponibilità dell’impresa".

E questo vale anche per i beni merce, ossia quei beni che andrebbero venduti nel breve termine e che devono essere distrutti quando diventano invendibili per svariate ragioni.

In poche parole, è importante dimostrare che i beni siano stati distrutti e non venduti per non ricevere sanzioni per l’evasione dell’IVA e l’evasione relativa alle imposte sui redditi.

Distruzione di un cespite dal valore superiore ai 10.000 euro

Se si devono rottamare beni superiori al valore di 10.000 euro servendosi di imprese che si occupano dello smaltimento dei rifiuti bisogna presentare una documentazione così composta:

  • documento di trasporto (DDT), prova che è avvenuto il trasporto del bene da smaltire, deve indicare la data, il tipo di bene da distruggere e la quantità;
  • formulario di identificazione rifiuto, vidimato presso la Camera di Commercio competente, nel quale devono essere riportate le informazioni relative alla tipologia del rifiuto, al produttore, al trasportatore e al destinatario. 

Infine, l’art. 2 co. 4 del DPR 441/1997 regolamenta la distruzione dei beni strumentali e richiede l'invio di una comunicazione tramite PEC all’Agenzia delle Entrate e alla Guardia di Finanza almeno cinque giorni prima dello smaltimento o distruzione.

Il documento da inviare dovrà contenere:

  • luogo, data e ora delle operazioni;
  • modalità di distruzione;
  • descrizione della natura del bene, qualità e quantità e il suo valore alla data di acquisto;
  • indicazione del valore residuo ottenibile dopo la rottamazione.

La distruzione dovrà essere poi verbalizzata dall’amministrazione finanziaria oppure da un notaio.

Dismissione di beni dal valore minore di 10.000 euro

Se i beni da smaltire hanno un valore inferiore a 10.000 euro - fa testo il valore di acquisto - basterà una dichiarazione sostitutiva di atto notorio dell'azienda da mostrare in caso di eventuali controlli.

Aggiornamento dei libri dei cespiti

Una volta aver smaltito il bene strumentale, l'impresa è obbligata all'aggiornamento del libro dei cespiti, evidenziando l'eventuale plus o minus valenza. 

Per le merci, invece, non è prevista alcuna registrazione contabile poiché la distruzione del bene avviene indirettamente quando si redige l’inventario di fine anno.

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