Il recupero e lo smaltimento di rifiuti sanitari
- Autore: 2161192 Service Account
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- 29 set, 2022

La gestione dei rifiuti sanitari è problematica sia per chi li produce sia per chi, in seguito, li gestisce. Il regolamento nazionale relativo a questo tipo di rifiuto si concentra su una gestione volta al riciclaggio, al recupero, all’ottimizzazione della raccolta e al trasporto.
Le diverse categorie
Vi sono varie tipologie di rifiuti sanitari:
- non pericolosi;
- rifiuti assimilabili ai rifiuti urbani;
- non a rischio infettivo;
- pericolosi a rischio infettivo;
- pericolosi che richiedono modalità di smaltimento speciali;
- rifiuti da esumazione ed estumulazioni e rifiuti prodotti da altre attività cimiteriali nei quali non sono inclusi i rifiuti vegetali provenienti da aree cimiteriali;
- rifiuti speciali non prodotti in strutture sanitarie, che hanno un livello di rischio analogo ai rifiuti pericolosi a rischio infettivo;
- rifiuti sanitari a rischio infettivo (HP9), che contengono microrganismi vitali o tossine che possono causare malattie all'uomo o agli animali.
I rifiuti sanitari non pericolosi e i rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo devono rispettare il regime giuridico e la modalità di gestione decretate nel D.lgs 152/2006.
Vengono trattati come i rifiuti speciali in termini di classificazione e caratterizzazione dei rifiuti, della gestione del deposito temporaneo e della tracciabilità, assicurata attraverso il Formulario di Identificazione dei Rifiuti (FIR), il Registro di Carico e Scarico e il Modello Unico di Dichiarazione Ambientale.
I rifiuti sanitari a rischio infettivo HP9 richiedono precauzioni nella loro gestione affinché si evitino i rischi di infezioni. In questo caso, si devono adottare particolari modalità di gestione del deposito temporaneo, di quello preliminare e del trasporto, nel rispetto di quanto decretato nel DPR 254/03.
Operazioni di smaltimento
Lo smaltimento dei rifiuti sanitari prevede la termodistruzione o la sterilizzazione, operazioni che devono essere eseguite in impianti autorizzati. La sterilizzazione può avvenire anche in strutture sanitarie che dispongono di questo tipo di impianto, senza l’obbligo di chiedere alcuna autorizzazione.
I rifiuti sanitari come i farmaci scaduti, citotossici o le parti anatomiche, devono essere inceneriti in impianti appositi. Così come i rifiuti da esumazione ed estumulazione che, secondo il D.Lgs 116/2020, rientrano nella categoria dei rifiuti urbani e devono essere raccolti separatamente per essere smaltiti in impianti autorizzati.
I rifiuti speciali non prodotti in strutture sanitarie, ma che presentano le caratteristiche di infettività HP9, richiedono la stessa modalità di gestione dei rifiuti sanitari a rischio infettivo.
Infine, i rifiuti sanitari assimilabili agli urbani, che possono essere carta, plastica non contaminata, scarti delle mense, pannoloni igienici non derivanti da persone infettive, vengono trattati come rifiuti urbani.